L’impronta del diavolo

Germania, metà degli anni ‘Ottanta. Joseph e Mirka, due ragazzi poco più che ventenni, si avvicinano gradualmente al mondo del terrorismo e dell’eversione finendo col diventare membri della Rote Armee Fraktion (R.A.F.) l’omologo tedesco delle Brigate Rosse italiane. “

“L’impronta del diavolo” racconta la loro storia, una storia fatta di ideali, speranze, paure, piccoli e grandi drammi personali, in un susseguirsi di intrecci e colpi di scena che segneranno indelebilmente le loro esistenze e quelle di un Paese ancora diviso tra Est e Ovest ma destinato – di lì a poco – a riunificarsi e diventare leader della nuova Europa.

Chi ne parla
Una storia ambientata a Monaco negli anni del terrorismo della R.A.F. racconta le di due giovani chiamati a scelte sempre più complesse e impegnative. Le pagine di Franco Casadidio ci portano a riflettere sul nostro recente passato e sulle drammatiche sfide del presente.
L’impronta del diavolo di Franco Casadidio propone un cammino fatto d’interrogativi forti, di volti apparentemente normali, di personaggi che devono celare la propria reale identità.
Una scelta narrativa decisa e forte che l’autore compie con la volontà di descrivere anni davvero di piombo nella storia europea, e in particolare, di quella tedesca.
Senza cadere nella facile trappola di asservire il testo a eventi terroristici che hanno cambiato anche la vita delle metropoli europee, l’autore ci chiama a un confronto con la storia recente delle nostre democrazie che tutte, o quasi tutte, con declinazioni diverse, hanno dovuto fare, almeno per due decenni, i conti con la violenza della lotta armata.
​Mentinfuga

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