Gli anni di piombo – La nascita delle Brigate Rosse

Gli anni di piombo – La nascita delle Brigate Rosse

Le Brigate Rosse vengono fondate all’inizio degli anni Settanta da appartenenti all’estremismo di sinistra provenienti da Milano, Trento, Reggio Emilia e Roma. Gli esponenti di maggior rilievo del gruppo dirigente, conosciuto anche come nucleo storico, sono Alberto Franceschini, Renato Curcio e Margherita Cagol.

Le prime azioni rivendicate come “Brigate Rosse” risalgono al 1970 e sono per lo più azioni dimostrative contro dirigenti industriali del nord Italia, come l’incendio del garage di un dirigente della Siemens: “Il prescelto per la nostra prima azione – racconta Alberto Franceschini nel suo libro di memorie –  fu Giuseppe Leoni, capo del personale della Siemens. Scegliemmo lui perché i compagni della fabbrica avevano sempre quel nome sulle labbra. Ed era anche un democristiano, quindi un nemico naturale.”

Dirigente della Siemens è anche Idalgo Macchiarini, il primo ad essere sequestrato, anche se solamente per poche ore. “Era direttore dello stabilimento della Siemens, democristiano pure lui, come Leoni” sostiene ancora Franceschini.

I motivi per i quali nascono le BR
I motivi per i quali nascono le BR

Il 18 aprile 1974, le BR colpiscono per la prima volta lo Stato, con il rapimento del sostituto procuratore della Repubblica di Genova, Mario Sossi, tenuto prigioniero per poco più di un mese e poi rilasciato dai brigatisti senza aver ottenuto in cambio la liberazione di alcun detenuto, come avevano più volte richiesto minacciando, se la richiesta non fosse stata esaudita, di uccidere il magistrato.

Qualche mese dopo il sequestro Sossi, l’8 settembre 1974, le squadre speciali dei Carabinieri, comandate dal generale C.A. Dalla Chiesa, catturano Renato Curcio e Alberto Franceschini. Con l’arresto dei fondatori, la guida delle brigate rosse viene assunta da Mario Moretti e Margherita “Mara” Cagol che trasformano il gruppo terroristico in un vero e proprio esercito guerrigliero, esasperando l’aspetto militare a discapito di quello politico.

Il 4 giugno 1975 viene rapito l’industriale Vittorio Vallarino Gancia che viene portato in una sperduta cascina di campagna vicino Acqui Terme. È proprio quì che, due giorni dopo, i carabinieri fanno irruzione ingaggiando un conflitto a fuoco che lascia sul terreno Mara Cagol, storica fondatrice delle BR nonché compagna di Renato Curcio.

Il colpo inferto dallo Stato, che nel frattempo sta processando a Torino il nucleo storico brigatista, sembra essere quello decisivo: nessuno immagina, però, che le Brigate Rosse, proprio in quei giorni, hanno iniziato a pianificare quella che sarà un’operazione mai tentata prima e che a molti degli stessi brigatisti sembra quasi impossibile da realizzare: l’attacco al cuore dello stato.