Adolf Eichmann: il ragioniere dello sterminio

Adolf Eichmann: il ragioniere dello sterminio

Il 20 gennaio del 1942, a Wannsee, un sobborgo di Berlino, quindici gerarchi del regime nazista misero a punto quella che doveva essere la “soluzione finale della questione ebraica”. Tutte le altre iniziative erano andate fallite; dall’emigrazione volontaria degli ebrei, al trasporto coatto, prima in Madagascar e poi oltre la catena degli Urali, niente era stato efficace per creare una Germania e un’Europa “Juden frei”, senza Ebrei.

Invitati a prendere parte alla riunione da Reinhard Heydrich, vice capo delle SS e capo del Sicherheitsdienst, il servizio di sicurezza del Reich, gli uomini chiamati a decidere le sorti degli Ebrei si trovarono a dover ratificare una decisione già assunta da Heydrich stesso e da Adolf Eichmann, Obersturmbannführer delle SS, soprannominato “il ragioniere dello sterminio” colui che, di fatto, mandò nelle camere a gas circa sei milioni di Ebrei.

Finita la guerra, Eichmann fuggì in Argentina – grazie a documenti falsi rilasciati dal comune altoatesino di Termeno – dove, sotto il falso nome di Ricardo Klement, visse indisturbato fino al’11 maggio del 1960, quando un commando di uomini del Mossad, il servizio segreto israeliano, lo rapì, trasferendolo poi a Gerusalemme, dove venne processato, condannato a morte e impiccato il 31 maggio del 1962